Cristiana MARCHETTI- In uno zoo di anime tormentate (“Animali da bar” di Carrozzeria Orfeo al RomaEuropaFest)
Lo spettatore accorto
IN UNO ZOO DI ANIME TORMENTATE
“Animali da bar” al RomaEuropaFestival
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La sconvenienza e’ nell’ultimo lavoro di Carrozzerie Orfeo un elemento imprescindibile ed indispensabile.
Le ridondanti parolacce,l’intercalare a tratti triviale che potrebbero scandalizzare qualche spettatore piu’
delicato,sono cio’ che di piu’ politicamente scorretto e al contempo tristemente divertente possiamo
trovare tra le pagine drammaturgiche di un brillante Gabriele De Luca di nuova leva.
E a noi piace che la badante Ucraina ,incinta di un bambino che dovra’ cedere per soldi
ai genitori legittimi,ammetta candidamente la circonvenzione del vecchio proprietario del bar per
poterne intascare l’eredita’ o che ,tra una canzone da cartone animato e l’altra,si abbandoni a ripetute
flatulenze che le fanno il vuoto intorno scatenando la protesta degli avventori.
Si ride ,di un riso dal sapore amarognolo ed aspro,come lo e’ lo sciacallaggio delle case di morti freschi di
giornata da parte di un giovane disadattato zoppo ed ancora inferocito contro i propri ex compagni di liceo
che minaccia di uccidere.
La contraddizione ed il dramma di un buddista ,Colpo di frusta,che viene sistematicamente picchiato dalla
fallica consorte ci strappa piu’ di un sorriso sovvertendo vivaddio,almeno per una volta, l’ordine degli abusi
familiari .
Swarosky,scrittore privo di ispirazione ed alcolizzato,si relaziona con loro,listuzzica,li aggredisce e li
compatisce,li deride e ne deruba le storie.
Tra il ridicolo edilgrottesco anche il nipote dell’ anziano titolare del bar,imbonitore,simil-televendita, di
funerali per animali di piccola taglia compresi conigli e tartarughe(che subiscono l’attentato di avida fame
della badante).
Il vecchio proprietario,razzista e disperatamente solo ,tutto ci dipinge un quadro assolutamente credibile e
dolorosamenterealistico.
Figure di una societa’ decadente e sbandata,personaggi che saltano fuori da un mondo marginale
in cui i nuovi attriti sociali e culturali scatenano infelicita’ di classe e personali.
Tutti bravissimi gli attori,energici,incalzanti,credibilmente disperati,ironici e rispettosi di un ritmo non facile
su cui accordarsi.
Tecnicamente delizioso e non semplice da effettuare il rewind iniziale della scena di apertura,coraggiosa la
scelta di una mancanza di censura della volgarita’,una volgarita’ chiassosa e dolorante,che si
nutre di solitudine e degrado.
Il bar, la gabbia dove questi incattiviti animali girano in tondo,guardandosi spesso di sbieco,
accasciati sul bancone, accanto ad una birra in cui annegare passato e futuro e dimenticare il presente,in
cui mischiare esperienze tristi e grottesche,sogni,frustrazioni e rimpianti.
La vita e’questo,un ‘altalena continua tra l’orrore e la bellezza,tra la desolazione e la speranza ed
il tempo passa veloce , l’ironia tiene su lo spettacolo senza annoiare, conferendogli sul finale una sua
leggiadria,quella che scaturisce dagli animi apparentemente piu’ cinici e crudi,che si sfaldano
improvvisamente ed inaspettatamente nell’incontro tenero e delicatodella badante e del buddista
quando,a lume di candela,si dichiarano amore,forse il solo sentimento che davvero riesce a nobilitarci e a
far tornare candide le nostre ali sporcate dal fango.
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“Animali da bar”
di Carrozzeria Orfeo
drammaturgia Gabriele Di Luca
regia Alessandro Tedeschi, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti
con Beatrice Schiros, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Pier Luigi Pasino, Paolo Li Volsi voce fuori campo Alessandro Haber
musiche originali Massimiliano Setti progettazione scene Maria Spazzi, assistente scenografo Aurelio Colombo, realizzazione scene Scenografie Barbaro srl costumi Erika Carretta luci Giovanni Berti allestimento Leonardo Bonechi illustrazione Federico Bassi grafica Giacomo Trivellini foto di scena Laila Pozzo organizzazione Luisa Supino prodotto da Fondazione Teatro della Toscana
Romaeuropa Festival, Teatro India, Roma