F. Fer. *- Autospoliazione dell’ego (“Tutto sua madre”, un film di G. Gallienne)

La signora Gallienne “sapeva” da sempre, infatti, che il suo terzo figlio era gay, e Guillaume Gallienne è cresciuto così, nell’ammirazione (e nell’emulazione) sconfinata di questa mamma ingombrante e un po’ rigida, come càpita nelle famiglie altoborghesi. Ma comunque amatissima se tanti anni dopo, diventato un grande attore della Comédie Française, e scoperto chi era veramente (la madre aveva torto…), Guillaume ha deciso di rievocare gli anni della sua crescita in uno spettacolo in cui ricopriva tutti i ruoli.
Fratelli indifferenti, zie terrificanti, compagni di college, medici militari, massaggiatori tedeschi, naturalmente psicanalisti (molti psicanalisti).
Mai visto nessuno mettere a nudo con tanta grazia e umorismo non solo la propria storia intima, ma quel balletto invisibile, quel caleidoscopio di figure non sempre geometriche che chiamiamo identità. Non una forma ma un susseguirsi vorticoso di forme, tutte provvisorie. Che spesso, come dimostra in modo clamoroso Guillaume, servono solo a adeguarci alle aspettative altrui, fino a perderci completamente di vista. Una storia molto singolare, insomma, che alla fine riguarda ognuno di noi. Qualcuno, in patria, gli ha rimproverato un eccesso di leggerezza. Gli lasciamo volentieri tutta la pesantezza del mondo.(*ilmessaggero.it)
di e con Guillaume Gallienne, e con André Marcon, Françoise Fabian, Nanou Garcia, Diane Kruger, Reda Kateb. Prod. Francia 2013